mercoledì 25 settembre 2013

È molto bello sapere che siamo in balia degli eventi, che non abbiamo alcuna possibilità di prevedere la nascita di questa creatura, di controllare le cose, di fare un minimo di programmazione.
Passiamo tutta la nostra vita a controllare e programmare, a fare conti, studi di fattibilità, organizzazioni e ci dimentichiamo che a volte è stupendo anche solo saper accogliere l’imprevisto.
Per quanto riguarda me, io vivo ogni giorno assaporandolo come se fosse l’ultimo della mia vita precedente e il primo della mia nuova vita.

Silvia

venerdì 20 settembre 2013

Gli uomini, infinitamente soddisfatti di se stessi, percorrevano il globo in lungo e in largo dietro alle loro piccole faccende, tranquilli nella loro sicurezza d’esser padroni della materia.
Non è escluso che i microbi sotto il microscopio facciano lo stesso.

H.G.Wells (cit. da Buba)

lunedì 9 settembre 2013

Non mi ricordo le prime parole, i primi passi e tutte quelle cose che dovrei, e non ci sono video o registrazioni a testimoni. Scusamene, se puoi.
Però ho chiaro in testa il quadro: tu, piccolissimo nel tuo nido-a-ruote, con me sullo sterrato nella campagna vicino alla nostra vecchia casa, soli ma insieme, come è stato per quasi un anno, non bravi, nè tu nè io, nei rispettivi ruoli, imperfetti e felici di noi, io te la cantavo per farti addormentare, piano piano, sempre, e tu seguivi agitando le dita, fino al sonno.
Non c’era la tromba di Satchmo e nemmeno la voce, ma a te piaceva tanto e resta la nostra canzone.
Two drifters, off to see the world. There’s such a lot of world to see. - Moon river

Sable(sse)

domenica 8 settembre 2013

Uomini nudi con le mani in tasca

Spano faceva il professore di disegno nella mia classe. Portava un completo beige che lo faceva sembrare un informatore in un poliziesco degli anni Settanta, o forse un poliziotto infiltrato, sempre che negli anni Settanta potesse esistere un informatore o un infiltrato con lo sguardo di Joe Pesci. A lui piaceva sparare essenzialmente una domanda: "Avete mai visto...", e si guardava intorno. "Avete mai visto il film..." E infine, urlando: "'L'UOMO NUDO CON LE MANI IN TASCA'?". Questo accadeva preferibilmente durante l'ora di disegno tecnico. Lui lavorava sui nervi, dandosi da fare per produrre sobbalzi, rette storte e cancellature. Doveva avere un accordo sottobanco con una ditta di gomme. Era sposato con la professoressa di inglese, una bella mora che si pitturava gli occhi come Nefertiti. Magari glieli pitturava lui prima di uscire di casa, con il goniometro e l'eyeliner. Io mi facevo i cavoli miei. Lui se ne accorgeva, si avvicinava a passi lenti e misurati, si fermava accanto al mio banco e diceva: "Vittorelli". "Sì professore." "Disegnami una saliera di Archimede." Oppure "Fammi una pelecoide". E si guardava attorno soddisfatto. Altre volte invece era di buon umore. In quei casi diceva "Vittorelli. Disegnami un uomo nudo. Con le mani in tasca." Io allora gli facevo una piramide esagonale. "Ti devo dare sette", diceva. Mi dava sette. Spano, completo beige e basette, una moglie bella come Nefertiti, i miei quattordici anni.

mirumir

giovedì 5 settembre 2013

Ventuno.

Ventuno anni di matrimonio, oggi.
Fossi io la sposa mi vestirei in gramaglie e andrei a cercare conforto non so da un prete, un'amica, un genitore. No, un genitore no, li ho persi tutti e due, ma qualcosa farei per alleviare lo sconforto. Ventuno anni con uno come me non sono da festeggiare, sarebbero da premiare, piuttosto. Una bella targa, una medaglia, un riconoscimento ufficiale per i servizi resi alla comunità, per aver sopportato le mie mattane, i miei sbalzi di umore, le centinaia di malattie presunte, ma non per questo meno gravi, non so se mi spiego...
Invece no, mia moglie vuole festeggiare, e le basta poco, un ristorante giapponese, stasera.
Non so che tipo di patologia abbia agli occhi, perché mi guarda ancora con lo stesso stupore dei primi giorni, e non so se ci sia veramente con la testa, perché ancora oggi ride alle mie cretinate e gioisce se, per un caso rarissimo, la accompagno a fare la spesa.
Io, personalmente, da uno come me starei alla larga, e lo dico con cognizione di causa, conoscendomi bene.
Comunque è così, lei dice di saper guardare oltre e onestamente non capisco cosa ci sia da guardare oltre. Solitamente sono sempre allo stesso posto, svenuto sul divano, probabile che abbia un debole per il muro dietro.
Però oggi è una giornata un po' particolare.
Ho sbrigato una quantità di lavoro impressionante, è arrivato un libro introvabile ordinato solo due giorni fa, ed è una Prima Edizione, usato, certo, ma in buono stato. Mia figlia ha fatto un capolavoro di esame, e lo aveva preparato in quindici giorni e in ultimo...
Per la prima volta in vita mia ho visto una libellula alla Darsena, Piazza 24 Maggio, Milano.
Era ferma sul semaforo, e ha preso il volo quando è scattato il verde.
Non credo ci sia un qualcosa che lega tutte queste cose assieme, però c'è un senso di vita leggera che mi accompagna da stamattina. E allora che Sushi sia. Io mia moglie e mia figlia, anche se forse non c'è niente da festeggiare, se non il fatto che tutti questi anni ci hanno portati a essere insieme, ancora insieme.
E la libellula?
Stava volando via dalla tranquillità della Darsena, schivando palazzi, gente, insegne, pubblicità, cartelli stradali, Volteggiava come solo le libellule sanno fare, poco sopra i tettucci delle macchine, incurante dei pericoli del traffico, di tutto. Una macchia di luce cangiante che danza fottendosene del mondo, nel centro di Milano. Come a dire... Vale la pena rischiare, lasciare dietro tutto e abbracciare il caos. Vale la pena, per poterlo raccontare, semmai tornassi a casa.

remote: Luigi Bruno Cristiano su fb