martedì 5 luglio 2011

la bici mi si è forata.

la riparazione è una cosa che non richiede particolare sforzo, sono decisamente esperto e mi dirigo prontamente alla mia cassetta degli attrezzi, prendo leve, toppe e mastice, nonchè la chiave del 15 necessaria a smontare la ruota.

in casa rischio di sporcare, mi sposto all'esterno, sul cortiletto interno adiacente al mio appartamento al piano terra.

afilo il copertoncino da corsa non senza sforzo, il cerchio e la gomma sono appena appena della misura giusta a censentire tale operazione, un paio di millimetri di diametro in meno e sarebbe impossibile. a questo punto svito la ghiera di sicurezza dalla valvola filettata e con un velo di vanità, dopo aver svitato la testina, la premo di modo da verificarne l'apertura.

Il foro è evidente, lo carteggio con cura finchè il contorno non è omogeneamente più ruvido, lo pulisco con esperienza con uno straccetto pulito, e applico la corretta dose di colla vulcanizzante stendendola con dei piccoli cerchietti effettuati ruotando il dito indice attorno al foro, tastandone la consistenza goduriosamente prima che si faccia collosa, per poi pulirmi il dito in un fazzoletto.

attendo l'azione vulcanizzante ed ecco che applico con cura la toppa, stacco poi la plastichina senza che i bordi delicati della toppa si alzino, con una certa soddisfazione.

sicuro ormai del risultato reinserisco la camera e non senza sforzo rimonto il copertoncino, ponendo un po di grasso sull'ultima parte del cerchio di modo da farlo slittare meglio senza pizzicare la camera, sempre con il dito indice, che ancora una volta pulisco nel fazzoletto.

arrivati a questo punto inserire la prominente valvola nell'orifizio gommato e stretto della pompa (di quelle serie, col barometro e la presa a due mani) è un accadimento entusiasmante, posta la giusta pressione, il collo della valvola, aiutato da quella sottile umidità che si deposita nella pompa, e che immancabilmente dall'estremità fuoriesce umettando la penetrazione, entra dolcemente fino al punto giusto, provocando un movimento sordo di cui ci si può divertire a immaginare il rumore.

mi ergo, e prendo a con decisione le manopole accingendomi a spingere all'interno l'aria e attendo con ansia il momento in cui il suono dell'aria che entra mi confermerà la corretta posizione della valvola.

spingo verso il basso, ed è proprio in quel momento che parallelamente al suono della valvola, penetrata da un soffio d'aria e poi richiusasi al suo seguito, giunge alle mie orecchie il suono familiare di una femmina che con un primo sospiro non controllato comunica dolcemente a chiunque possa udirla tramite la sua finestra aperta la natura del climax di cui è partecipe.

ho un'esitazione prima di riprendere a pompare, ma la coincidenza è così sublime e evidente che colgo l'occasione al volo, riprendo con forza a inserire aria nella valvola.

il copertone stride sul cerchio provocando un rumore plastico quando giungo ai 6 bar, e la ragazza dopo qualche secondo di concentrazione mi regala un nuovo carico sospiro che dichiara apertamente l'approssimarsi del culmine. la pressione dell'aria inizia a rendere il movimento faticoso, aumento il ritmo per lo sprint finale, arrivo ai 7 bar e i gemiti si concatenano l'uno con l'altro crescendo di volume, consentendomi finalmente, giunto agli 8 bar, di sentire distintamente il suo sensuale timbro vocale in un ultimo, intenso, vorace, soffocato grido di piacere.

sorridendo sfilo attentamente l'estremità della pompa dalla valvola, con decisione ma facendo attenzione a non farmi male sui raggi, avvito il tappino di sicurezza e rientro in casa.

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