giovedì 8 luglio 2010

Venerdì ho visto un mostro in treno. Non prendo quasi mai il treno ma venerdì dovevo andare a Venezia e quando sono entrata nel vagone lui era già seduto lì. Aveva due gambe che toccavano terra e altre due, più magre, a penzoloni su un fianco. Aveva il respiro affannoso, una mano spuntava dalla nuca per poi nascondersi e riapparire sotto l’ascella. Le due teste erano unite da un’unica bocca che si divorava cercando di farsi appena male mentre tutte quelle braccia percorrevano ogni centimetro, come se avesse bisogno di verificare che certe parti del corpo fossero ancora lì. Colpiva quanto fosse lontano da tutti, come fuori dal tempo e dal treno, come sognando sveglio una guerra allucinante. Faceva caldo e ogni tanto una goccia di sudore scivolava sulla pelle ma non ci faceva caso.

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