martedì 1 aprile 2008

Entrare nei locali cagoni vestiti come merde incuranti di alcune troie auto convinte della propria fighitudine e odiare spilorci miliardari sbronzi di vodka inchecchita e bastarda che si allungano con lingue giallastre addosso a donnine fintamente compiacenti e puttaneggianti, baristi cinquantenni con pochi capelli e poca credibilità armati di rolex inebetiti da un andazzo musicale nomade e vagabondo, pelati e parrucchini che si accoppiano cercando interesse lascivo investiti da petardate di scoreggie meravigliose e vivisezionanti , un uomo, basso, con gli occhiali, forse gay, forse, no, bello e gentile, attaccato a due labbra pompose e grottesche, un fardello da portare addosso al suo sorriso ironico, serbatoio della sua malinconia, tenero, solo.

dal teatro invisibile di maxpotter

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