sabato 4 giugno 2005

Sono Franco Gialdinelli, il curatore (assieme alla collega Dani) del blog di Enzo, Bloghdad, ai tempi del suo viaggio in Iraq. Enzo era il mio migliore amico. Non credo che, visto anche il tenore e lo stile dei suoi altri reportage, Enzo avrebbe avuto piacere che le foto delle vittime martoriate della guerra finissero utilizzate per una qualche forma di propaganda, per di più le vittime solo di una parte: chissà perché i bambini bruciati vivi dalle bombe americane qua non ci sono, quasi che una bomba fosse un modo più civile di ammazzare la gente rispetto a una pistola o a un coltello. Ma non è questo il punto: il punto è quello che molti hanno già espresso, vale a dire che è semplicemente un'orrida inciviltà permettere che parenti e amici delle vittime si trovino davanti agli occhi, anche con la semplice ricerca su un motore, le foto dei loro cari massacrati. Tutto per l'esclusiva voglia di visibilità di un gestore del sito e di chi lo sostiene, che così facendo mostrano in realtà un perverso gusto della violenza secondo me anche peggiore di quello dei vari macellai, islamici o cristiani che siano fa nessuna differenza. Chiederei solo un briciolo di pietà e dignità, lo chiedo firmandomi con nome e cognome e indirizzo mail. Togliete la foto di Enzo, togliete tutta la terribile rubrica "macelleria islamica". A me basta e avanza il sangue che ho già visto, islamico o cristiano che fosse.

Franco Gialdinelli

[dal guestbook di un sito che aveva ripubblicato la foto di Enzo morto]

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