giovedì 16 settembre 2004

mercoledì 8 settembre 2004, 19:24
ciao redazione, sono augusto mignani, caposala e volontario del soccorso della CRI. ho partecipato alla missione di Najaf, ero alla guida dell'ambulanza e nella foto dentro la moschea sono quello seduto accanto a Enzo mentre ci sfamavano. ho letto con enorme interesse tutto quanto avete scritto nell'articolo; ho notato delle imprecisioni e soprattutto non mi tornano i conti, in particolare non credo proprio che Beppe De Santis abbia autonomamente deciso di andare a Najaf, ricordo che la sera prima ci disse a tutti quanti noi 10 che aveva ricevuto l'ok da roma, questa volta ce l'hanno dato il via! penso piuttosto che sia diventato il capro espiatorio di un meccanismo che non ha girato bene (ricordo perfettamente il nome del funzionario cri che diede il via alla missione che aveva sì il fine di portare aiuti umanitari come è stato scritto ma anche quello di ottenere una lettera, estremamente preziosa per chi ha ambizioni, dove Moqtada AL Sadr chiedevano al commissario Scelli di intercedere presso il Santo Padre per la risoluzione della guerra nella città santa di najaf. ho la copia della relazione di Beppe che inviò al commissario. ma voi credete proprio che Beppe abbia messo a repentaglio la sua vita, la nostra, quella di tutti gli altri che hanno partecipato perchè si è fatto plagiare dalla personalità di Ghareeb??mi sembra molto poco logico per un capo missione con altissime responsabilità e mi piacerbbe a questo punto avere un colloquio che cercherò al più presto con Beppe. mi deve spiegare se ci ha raccontato bugie per la sua ambizione oppure è stato costretto per salvarsi la faccia, il culo, il posto di lavoro (è dipendente CRI) a ritrattare quanto ci disse con le lacrime agli occhi nella successiva riunione della sera del 20 agosto. ci sono altri punti oscuri nella storia, particolari che se chiariti pongono a qualcuno enormi responsabilità. adesso vado un poco a riposarmi per una decina di giorni, ho bisogno di dimenticare questa brutta avventura e soprattutto voglio combattere per non essere tacciato di pirateria dentro la croce rossa e per mettere verità sui fatti.
augusto , fusignano

da diario.it

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